AQUILA REALE - AQUILA CHRYSAETOS
Distribuzione: emisfero settentrionale, fino al limite delle zone tropicali.
Habitat: se in presenza dell’uomo, vive nelle montagne e in zone desertiche. Nelle grandi pianure asiatiche, anche in boschi e nella steppa.
Alimentazione e abitudini: un predatore molto adattabile che può uccidere grandi mammiferi, come stambecco e camoscio, ma anche cibarsi di carogne, di pesci e insetti. Per questo motivo può utilizzare aree quasi prive di selvaggina. Nelle nostre Alpi, delle quali è praticamente il simbolo, preda principalmente la marmotta. La caccia più tipica è dall’agguato, appollaiata su un albero o su una roccia elevata, da dove scende in picchiata sulla preda, che colpisce e stordisce con una “stoccata” delle potenti zampe, per poi ghermirla. Occasionalmente pratica l’”alto volo”, cioè si porta a grandi altezze, da cui si lancia sulla preda, in picchiata verticale, a 200 e più km/ora, generando una forza d’urto impressionante. Gli esemplari dell’Asia centrale (come il nostro), enormi, sono usati dai falconieri del Kirghizistan per la caccia al lupo.
Riproduzione: in un nido inaccessibile, sono deposte due uova, covate prevalentemente dalla femmina. Dopo 43-45 giorni nascono i due piccoli, non contemporaneamente. Quasi sempre il maggiore uccide il più piccolo, la cui funzione è quindi solo di potenziale rimpiazzo. Entrambi i genitori cacciano per i piccoli, aiutandoli, se del caso, anche a lungo, dopo l’involo.
Conservazione: cacciata, o meglio sterminata, ovunque fino alla prima metà del XX secolo, è ora (formalmente) protetta in tutto il mondo. Lo straordinario trofeo (la superficialità della legge vigente in Italia fa sì che spesso esemplari appena uccisi sostituiscono quelli vecchi, “sanati” a tempo debito), l’oggettiva pericolosità per le greggi, aggravata dalla inqualificabile stupidità e avarizia con cui sono gestiti i rimborsi ai pastori, rendono tuttora l’aquila un animale localmente perseguitato. Corre pochi pericoli, fortunatamente, nelle zone, come le Alpi, dove prevalgono civiltà e sensibilità. Qui, infatti, l’aquila occupa tutte le nicchie possibili, tanto che spesso colonizza territori limitrofi, da cui mancava da secoli.
Grazie all’impulso dato dalla falconeria, ora si riproduce bene in cattività.