SCOIATTOLO ROSSO

Scoiattolo comune – Sciurus vulgaris

Ordine: roditori

Famiglia: Sciuridi

Habitat: tutta l‛area paleartica, dall‛Inghilterra al Kamciatka, nei boschi, soprattutto di conifere. Abitudini: strettamente arboricolo. Si ciba di noci, nocciole, germogli, frutta, ma specialmente dei semi delle conifere, compresi quelli velenosissimi (per gli
altri animali) delle taxacee. Dorme e si riproduce in nidi fatti di stecchi, posti sugli alberi, a media altezza (e non, come quelli di Disney, nelle cavità delle piante). Solitario: solo durante l‛inverno più animali possono dormire nello stesso nido.

Abitudini: prevalentemente diurne.

Riproduzione: dopo una gestazione di 38 giorni, nascono da tre a otto piccoli, cui la madre provvede da sola. I giovani sono indipendenti a due mesi. Negli anni di cibo abbondante, il ciclo riproduttivo può ripetersi.

Conservazione: diffuso ma mai abbondante. Soggetto ad epidemie che ne riducono periodicamente le popolazioni. Quasi scomparso dall‛Inghilterra, a causa dell‛introduzione dello Scoiattolo grigio, di origine nordamericana, con cui è in competizione per le fonti di cibo.

LA STORIA DEGLI SCOIATTOLI DELL’OASI
I nostri amici visitatori avranno notato in questi mesi il sempre più crescente numero di scoiattoli rossi che popolano l’Oasi. E’ il risultato di un programma di reintroduzione che abbiamo iniziato anni fa, con il solo scopo di arricchire l’Oasi di questa meravigliosa specie. Ci siamo serviti di un’intuizione giovanile di Konrad Lorenz, descritta nel suo stupendo “L’anello di re Salomone” e, mediante tubi di rete, abbiamo insegnato ai nostri primi esemplari a conoscere l’ambiente prima di liberarli.

Incontri ravvicinati

Incontri ravvicinati

Con gli anni abbiamo capito le condizioni necessarie per riuscire in questa complessa operazione: questa specie, che non va in letargo, ha bisogno di essere aiutata sia in autunno sia in inverno, perché si ciba solo di semi (noci, nocciole, semi di conifere, raramente di ghiande). Possiamo ora dire che l’impresa ha avuto un successo completo, anche se, ma in realtà proprio perché, i notevoli numeri che ora sono ospitati nell’Oasi dipendono dal costante aiuto umano: abbiamo cioè dimostrato che, in condizioni ideali, un ambiente piccolo può sopportare popolazioni anche molto rilevanti di questa specie.

Nel frattempo, per cause che sono una vergogna per la situazione italiana, il problema dell’invasione dello Scoiattolo grigio americano da seccante si è fatto catastrofico. Il Piemonte è completamente perso, come tutta la Lombardia occidentale. Per ora le Alpi sembrano una barriera efficace, ma per quanto non si sa. Gli ambientalisti svizzeri e quelli francesi, se potessero, ci manderebbero l’esercito.

L’esperienza fatta, la prima al mondo, è ora diventata preziosa. Se si vuole, si possono ora individuare “isole” che, per essere circondate dal deserto dell’agricoltura industriale sono forse al riparo dalla specie americana e ripopolarle, creando piccole Arche di Noè per la tutela del nostro irripetibile amico. In attesa di tempi migliori. Naturalmente, come sempre, e come già fatto proprio per questa specie con Enti francesi, tutte le nostre esperienze sono a disposizione di chiunque ne sia interessato.

Il salto dello scoiattolo – © Claudia Rocchini

Il salto dello scoiattolo – © Claudia Rocchini